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La storia della vendemmia, un rito antico che celebra il vino

  • 10/04/2025

​C'è un momento speciale, quasi una sorta di celebrazione, legato al settore vitivinicolo che rimanda a tempi antichissimi: stiamo parlando della vendemmia. Non è solo una pratica agricola cruciale nel processo di produzione del vino, ma è anche un vero e proprio rituale che affonda le radici nella storia e nella cultura delle nostre terre. Da millenni, in particolar modo le colline della Toscana si animano in questa stagione di colori, profumi e gesti antichi tramandati di generazione in generazione. ​​ 

Scopriamo la storia della vendemmia, i segreti che custodisce e il fascino che continua a esercitare ancora oggi, tra nuove sfide e opportunità.


Storia della vendemmia, quando tutto è iniziato 

Per trovare le origini storiche della vendemmia dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di oltre diecimila anni, quando, nella Mezzaluna Fertile, la raccolta dell'uva era parte di cerimonie religiose per ringraziare gli dei. In Italia, invece, furono gli Etruschi a dare avvio alla coltivazione della vite, un sapere che i Romani perfezionarono sviluppando tecniche avanzate per la produzione e conservazione del vino, come l'uso di botti e anfore. 

Non a caso, proprio nell'antica Roma, il 19 agosto si celebrava la cosiddetta Vinalia Rustica, una festa in onore di Giove che dava inizio alla vendemmia. I grappoli venivano raccolti manualmente con strumenti affilati, poi riposti in contenitori e infine riversati nelle lacus vinaria, grandi vasche dove l'uva veniva pigiata a piedi nudi. Ma attenzione, perché la vendemmia non era solo lavoro: in quei giorni, ogni altra attività si fermava per far spazio a un rito collettivo che univa fatica, celebrazione e convivialità. 

 

Perché si chiama vendemmia? 

La parola “vendemmia" deriva dal latino vindemia, composto da vinum (vino) e demere (raccogliere). Già l'etimologia ci rivela il legame profondo tra il gesto di raccogliere l'uva e la sua trasformazione in vino. Ma la vendemmia non è solo una semplice raccolta: è l'atto finale di un anno di lavoro e cura, il momento in cui la terra restituisce il frutto delle attenzioni ricevute, celebrando il connubio tra natura e sapere umano.


Come si faceva la vendemmia? 

Un tempo, quindi, la vendemmia era un evento comunitario. Le famiglie, insieme ai vicini, si riunivano nei vigneti per raccogliere l'uva: era un lavoro lungo e decisamente faticoso, ma rappresentava anche un momento di festa, con canti, racconti e banchetti condivisi tra i filari. Dopo la raccolta, si passava alla pigiatura, spesso effettuata a piedi nudi nei tini, un gesto simbolico che segnava l'inizio della trasformazione dell'uva in vino. In molte zone d'Italia, il periodo della vendemmia era scandito da regole precise stabilite dalle autorità locali, a testimonianza della sua importanza sociale ed economica.


Quando inizia la vendemmia? ​​​​​​

Non esiste un momento preciso per vendemmiare, in quanto questo varia a seconda del clima, della zona e del tipo di uva. Settembre è considerato il mese per eccellenza della vendemmia, ma in realtà può cominciare già i primi di agosto nei casi del Pinot e di alcuni spumanti, oppure protrarsi fino a ottobre inoltrato, ma anche fino a novembre se pensiamo ad alcuni passiti. Negli ultimi anni, poi, a impattare sulla vendemmia sono i cambiamenti climatici, con lunghi periodi di siccità intensa o accumuli piovosi estremi che, come abbiamo raccontato per quanto riguarda la vendemmia del 2024, stanno mettendo a dura prova i viticoltori di tutta Italia. 

​​​​In Toscana e Umbria, la raccolta in generale inizia tra fine agosto e settembre, per proseguire fino a ottobre. La scelta del momento giusto è cruciale: ogni grappolo deve essere raccolto nel suo punto di maturazione ottimale, un equilibrio perfetto tra zuccheri, acidi e aromi.


Quanti tipi di vendemmia esistono? 

È bene sottolineare che non tutte le vendemmie sono uguali. Esistono due tipologie che variano in base al metodo di raccolta e all'obiettivo finale: vediamole insieme. 

 

  • Vendemmia manuale: un tempo l'unico modo, oggi si impiega solo nei vigneti di grande pregio, in quanto si tratta di un procedimento molto lento e costoso. Il grande vantaggio di questo tipo di vendemmia è che consente di selezionare i grappoli uno a uno, scartando quelli danneggiati dalle intemperie o dai parassiti e garantendo la massima qualità. Questo metodo richiede un'attentissima pianificazione: quando la maturazione dell'uva raggiunge il punto giusto, si mobilita la squadra di vendemmiatori. 

  • Vendemmia meccanica: si tratta della tipologia più utilizzata oggi, in quanto è adatta a produzioni su larga scala. Questo procedimento impiega macchinari avanzati – le vendemmiatrici – che, oggi, permettono non solo di accelerare la raccolta e tagliare i costi, ma anche di preservare l'integrità e la qualità delle uve.  

​Ogni metodo riflette un approccio diverso alla produzione, ma tutti condividono l'obiettivo di esaltare le caratteristiche dell'uva e del territorio. Invece, a seconda dell'andamento dell'annata, del clima e dello stile di produzione, è possibile distinguere tra: 

  • la vendemmia anticipata, che si effettua prima del periodo abituale, spesso in annate molto calde, quando l'uva raggiunge la maturazione prima del previsto. Questo metodo può essere scelto anche per ottenere uve con un profilo aromatico più fresco e un maggiore tenore di acidità. 

  • La vendemmia tardiva, invece, come suggerisce il nome stesso, avviene dopo il periodo tradizionale di raccolta dell'uva, lasciando che queste rimangano più a lungo sulla vite per una maturazione completa. In alcuni casi, come nella produzione di vini dolci, si favorisce un lieve appassimento dei grappoli, che concentrano gli zuccheri e arricchiscono il vino di complessità aromatica. 

  • ​Si parla invece di vendemmia scalare quando la raccolta delle uve avviene in più fasi all'interno dello stesso vigneto, per garantire che ogni grappolo venga raccolto al giusto grado di maturazione.​

Un rito che unisce tradizione e innovazione: la vendemmia a Fattoria del Cerro 

Oggi, nelle tenute vitivinicole di Tenute del Cerro, come Fattoria del Cerro, la vendemmia conserva sì il fascino di un rito antico, ma è anche arricchita dall'innovazione tecnologica, una sinergia che consente di affrontare ogni annata con cura e precisione. Il lavoro nei vigneti è un dialogo continuo tra il sapere antico e gli strumenti moderni che garantiscono una viticoltura di precisione per proteggere e preservare i vitigni, da quelli più famosi a quelli autoctoni e pregiati: impianti di irrigazione di soccorso, capannine meteorologiche e altre tecnologie all'avanguardia monitorano il clima e le condizioni del terreno. Ma è sempre l'occhio esperto dell'uomo a fare la differenza: ogni scelta è guidata dalla conoscenza del territorio, dalla passione e dalla dedizione di chi lavora in queste terre. 

La vendemmia, dunque, è un processo in continua evoluzione, che intreccia innovazione e amore per il territorio. Ogni bottiglia racconta questa storia: un viaggio che inizia nei vigneti e culmina nei calici, celebrando il lavoro instancabile e la straordinaria qualità che solo una gestione attenta e consapevole può garantire. Un invito a scoprire le etichette delle Tenute del Cerro e a brindare al connubio perfetto tra passato e futuro, grazie anche a una visita in cantina con degustazione o a un tour tra i vigneti a bordo di un fuoristrada