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Vermentino Pian di Seta: all’origine del Miglior Vino Bianco di Toscana. L'etichetta di Monterufoli vince il Mundus Vini 2024

  • 05/04/2024

E' un vino elegante, spiccatamente minerale, ma allo stesso tempo sofisticato, fresco e aromatico. E da oggi è anche il “Miglior bianco di Toscana": il Vermentino Pian di Seta di Monterufoli è stato insignito del prestigioso premio Mundus Vini  - The Grand International Wine Award. Il riconoscimento suggella un progetto enologico che nella tenuta di Monterufoli è stato al centro di un grande impegno su tutti i fronti e che oggi racconta una storia di identità e territorio. Ne abbiamo parlato con i protagonisti di questo risultato: Marco Castignani, Responsabile relazioni esterne e comunicazione di Tenute del Cerro, Emanuele Nardi, enologo, e Franco Fierli, agronomo.

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Il Vermentino Pian di Seta: un vino prezioso frutto di un grande lavoro 

Una storia, quella del Vermentino Pian di seta di Monterufoli, che nasce nell'entroterra maremmano, zona di rilievi collinari dolci caratterizzati da suoli limo-argillosi con un'importante presenza di pietra calcarea: è proprio questa la struttura che si ritrova nel bicchiere di vino, risultato di una serie di processi che alle caratteristiche naturali dei terreni su cui l'azienda ha sviluppato le coltivazioni delle uve Vermentino, sommano ricerca, innovazione e investimenti messi in campo per raggiungere la combinazione perfetta di aroma e gusto. E nella Tenuta di Monterufoli si scommette su tutto questo da sempre, da quando, nel 1998, il progetto del Vermentino ha visto la luce. Da allora la ricerca varietale è andata di pari passo con la messa a punto di tecniche agricole di precisione, in grado di offrire soluzioni calibrate sulle specifiche esigenze delle singole piante. A spiegarlo è Franco Fierli, l'agronomo di Tenute del Cerro, che nel ripercorrere la genesi di un grande vino, come il Vermentino Pian di Seta, spiega quanto le innovazioni tecnologiche giochino un ruolo cruciale. Non a caso l'azienda si è dotata di impianti di irrigazione automatizzati che - spiega - “attraverso delle centraline meteo trasmettono dati relativi alla temperatura e al grado di umidità e inviano in tempo reale degli alert su eventuali sofferenze idriche della pianta. Si tratta di una vera e propria irrigazione di soccorso". 

Un altro aspetto importante su cui il gruppo punta da tempo è l'impronta green: “Sono ormai una decina d'anni che non usiamo più concimi chimici, ma ci avvaliamo solo di formulazioni organiche e privilegiamo prodotti biologici. Interveniamo solo in caso di eventuali attacchi patogeni e comunque sempre con prodotti naturali che, oltre a tenere lontani eventuali parassiti, rafforzano la pianta e la rendono più resistente a eventuali attacchi".

Altro tassello fondamentale lungo il percorso di produzione del Vermentino è la modalità di raccolta. Come spiega Fierli: “nelle nostre tenute si raccoglie  rigorosamente a mano e sempre di mattina presto perché anche la tempistica incide in modo significativo sulla qualità della materia prima: i grappoli raccolti al mattino, infatti, hanno una temperatura più bassa e questo favorisce il processo di fermentazione".

Naturalmente in un percorso di produzione così accurato anche l'attenzione  al suolo e alle sue caratteristiche occupa un posto di primaria importanza e su questo fronte l'impegno di Tenute del Cerro punta su di un approccio poco invasivo, come spiega l'agronomo, infatti: “per cercare di rendere più poroso il terreno usiamo delle speciali lame dissodatrici che vanno a rompere la suola del terreno mantenendo lo strato di erba sovrastante". Questo tipo di accorgimenti rappresentano la risposta che l'azienda mette in campo per contrastare gli effetti del cambiamento climatico: “avere un suolo con un buon livello di porosità consente di mantenere il terreno in ottime condizioni e di conservare un buon livello di idratazione". Un approccio che permette di mantenere le coltivazioni in sicurezza e in buona salute anche in momenti di eventi climatici estremi come le bombe d'acqua o i prolungati periodi di siccità. 

Ma a Tenute del Cerro la sostenibilità non riguarda solo le procedure di coltivazione: l'azienda applica questo concetto a tutti gli ambiti della produzione, in particolar modo a quello del lavoro, come precisa Fierli, infatti, “abbiamo cercato di puntare su figure professionali altamente qualificate e  una manodopera preparata significa fare la differenza su tutti i fronti".

 

L'anima del territorio nella storia del nome 

Dietro un grande risultato, come il premio Mundus Vini, dunque, ci sono sempre anni di lavoro, oltre che un approccio innovativo in grado di valorizzare un grande terroir, come quello che caratterizza il Vermentino. In quest'ottica il lavoro portato avanti nella Tenuta di Monterufoli ha un valore doppio perché oltre a dare un riconoscimento di qualità a una delle produzioni di punta, ne certifica il valore in un mercato particolarmente ampio. A sottolinearlo è Marco Castignani

“Il premio ha un grande valore perché ci identifica non solo come terra di vini rossi, come Brun​ello, Sagrantino, Vino Nobile e Chianti, ma rappresenta un riconoscimento del lavoro svolto per valorizzare tutti i vitigni autoctoni presenti nelle nostre tenute. Il nostro Vermentino è stato riconosciuto come il “Miglior Vino bianco di Toscana" in un segmento produttivo che per noi è importante".

Quella del Vermentino Pian di Seta è una parte importante della storia e dell'identità aziendale, un elemento che anche nel nome esprime un elemento iconico, un dettaglio che, come ci spiega Castignani, si intreccia con la toponomastica del territorio: “Di questo nome sono particolarmente orgoglioso perché l'ho proposto con l'obiettivo di raccontare l'eleganza di questo vino giocando con i toponimi dei nostri vigneti. Il risultato è un nome che punta a descrivere la doppia anima del Vermentino: da un lato la mineralità tipica delle sue note principali, dall'altro la raffinatezza dei suoi profumi".

Si tratta di un vino che ha nella grande trasversalità la sua cifra stilistica: grazie all'incontro di freschezza e note più robuste, il nostro Pian di Seta è adatto a molteplici occasioni, dall'aperitivo importante al pasto completo".

 

E proprio di caratteristiche e abbinamenti ci ha parlato l'enologo Emanuele Nardi che, nel presentare questo vino così speciale, ha sottolineato:  “abbiamo cercato di valorizzare le peculiarità del Vermentino di Monterufoli optando per una produzione legata al territorio con l'obiettivo di esaltare i profumi che l'uva di Tenuta di Monterufoli ci dava. Il risultato è un Vermentino al 100%: nonostante il disciplinare di produzione dell'IGT consenta di usare fino al 15% di un altro vitigno, noi abbiamo scelto di puntare su una formula monovarietale perché era importante che questo vino portasse in degustazione le caratteristiche di questa zona storicamente caratterizzata da un sottosuolo ricco di minerali". Con quali sapori si sposa il Pian di Seta? Scopriamolo insieme.

 

Il Vermentino Pian di Seta a tavola: gli abbinamenti che non ti aspetti 

Il Vermentino Pian di Seta di Monterufoli deve la sua trasversalità a un comparto aromatico molto ricco, come spiega Emanuele Nardi, infatti: “si va da note di fiori bianchi e di frutta a polpa bianca fino a sentori che ricordano l'idrocarburo e che caratterizzano i vini prodotti da uve coltivate su suoli ad alta mineralità".

A questi elementi, poi, si sommano quelli derivanti dalle particolari tecniche di affinamento messe in campo. “Questo vino - precisa l'enologo - ha fatto anche un passaggio in barrique e proprio da questo derivano alcune note particolarmente speziate. Il risultato è un vino dalla bocca ampia e morbida, con un'ottima struttura che dalle caratteristiche del terreno deriva la sua grande sapidità. Le ricche sensazioni minerali vanno inoltre a bilanciare perfettamente il volume della bocca".

Il Vermentino Pian di Seta non viene affinato solo in legno, ma anche in bottiglia: “contrariamente a quanto accade per i vini bianchi -  spiega Nardi - abbiamo volutamente previsto anche un passaggio di circa sei mesi in vetro per riequilibrare e arricchire anche il naso".

Naturalmente l'abbinamento più classico del Vermentino è il piatto di mare, ma per sua natura il Pian di Seta sta bene tanto con le ricette più classiche, quanto con quelle caratterizzate da sapori più robusti: è ottimo con uno scorfano al guazzetto, con la grigliata di pesce e con il sautè di molluschi, ma si rivela perfetto anche con piatti a base di carne bianca speziata come il pollo al curry o con preparazioni a base di curcuma o paprika". Una selezione tutta da provare.

 

Icona di eleganza e solidità aromatica, il Vermentino Pian di Seta di Monterufoli ha conquistato il Premio Mundus Vini 2024 diventando il miglior bianco di Toscana, un riconoscimento che scrive una nuova pagina di storia per tenute del Cerro: siete pronti a degustarlo?