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Terroir del vino: il carattere della terra e i grandi esempi italiani

Ci sono parole che, in alcune lingue del mondo, sembrano custodire un segreto: termini così ricchi di significato da risultare “intraducibili”, perché racchiudono concetti che non possono essere resi con una sola parola, ma solo spiegati. Anche nel settore vitivinicolo esiste un termine di questo tipo – terroir – che racchiude l’anima di un luogo dove un vino viene prodotto. Ma cosa si intende esattamente? E quali sono i terroir più rappresentativi del panorama italiano? Scopriamolo.

Cosa si intende con il termine “terroir”

La parola terroir in francese significa “terra” o “terreno”, come emerge nel glossario del vino, e indica l’insieme dei fattori naturali e umani che determinano il carattere di un vino. Non è soltanto una questione puramente geologica o climatica: il terroir racchiude la combinazione di suolo, microclima, altitudine, esposizione dei vigneti, vitigni coltivati e pratiche di vinificazione che caratterizzano una specifica zona. Due vini ottenuti dallo stesso vitigno possono risultare molto diversi se prodotti in terroir differenti: un Sangiovese toscano, ad esempio, non sarà mai identico a uno coltivato in Romagna o nelle Marche. Possiamo definire il terroir come la “firma” del territorio e delle pratiche umane sul vino, un’impronta unica e irripetibile che si esprime nel colore, nei profumi, nella struttura e nell’equilibrio complessivo del prodotto finale.

Gli elementi che definiscono il terroir

Per comprendere appieno il significato del termine, può aiutare considerare i principali fattori che contribuiscono alla sua definizione.


  • Suolo: argilloso, sabbioso, calcareo, vulcanico, capace di drenare o trattenere l’acqua; ciascun terreno influisce in modo diverso sull’apparato radicale della vite e quindi sulla mineralità e sulla struttura del vino.

  • Clima e microclima: la temperatura media, l’escursione termica e le precipitazioni determinano la maturazione e gli aromi dell’uva.

  • Altitudine ed esposizione: l’inclinazione del terreno e la quantità di luce solare ricevuta influiscono sulla fotosintesi e, quindi, la maturazione delle uve, sulla concentrazione zuccherina e sulla freschezza del vino.

  • Vitigno: ogni varietà si adatta in modo differente a un certo ambiente, dando risultati specifici.

  • Fattore umano: infine, tecniche di potatura, vinificazione e affinamento rappresentano la componente culturale del terroir, che completa quella naturale.


Il terroir, quindi, non è una semplice somma di elementi: è un equilibrio dinamico, il risultato della continua interazione tra natura, tempo e lavoro dell’uomo.

Terroir italiani del vino: esempi degni di nota

Con il suo patrimonio vitivinicolo, possiamo dire che l’Italia è un mosaico di terroir. Parlare dei suoi terroir significa raccontare la diversità di paesaggi, climi e culture che si riflettono poi nel bicchiere.

Partiamo dalla Toscana, terra di vini d’eccellenza, apprezzati ed esportati in tutto il mondo. Il vitigno protagonista in assoluto è il Sangiovese, mentre il terreno è spesso composto da argilla e calcare. Nelle colline di Montepulciano, ad esempio, queste caratteristiche conferiscono ai vini struttura e equilibrio. A Montalcino, invece, le vigne crescono su pendii ben ventilati, dove il clima mite e l’ottima esposizione permettono al Sangiovese di esprimere tutto il suo potenziale, dando vita a vini complessi e longevi come il Brunello di Montalcino.

In Umbria, il terroir di Montefalco è più severo ma altrettanto distintivo: qui l’argilla e la pietra calcarea si combinano con forti escursioni termiche tra giorno e notte, donando alle uve corpo, colore e una trama tannica intensa ma elegante.

Spostandoci a nord, nelle Langhe piemontesi, il Nebbiolo cresce su suoli marnosi che trattengono umidità e calore in modo equilibrato. È da qui che nascono vini come il Barolo e il Barbaresco, noti per la loro complessità aromatica e la capacità di evolvere nel tempo. Non a caso, il paesaggio vitivinicolo delle Langhe, insieme a Roero e Monferrato, è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO nel 2014: un territorio unico, modellato nei secoli dal lavoro dell’uomo e oggi simbolo dell’eccellenza enologica italiana.

Infine, nelle zone costiere della Liguria, della Sardegna e della Sicilia, il mare diventa inevitabilmente parte integrante del terroir: i venti salmastri e il clima temperato regalano vini freschi, sapidi, con profumi che ricordano la macchia mediterranea e la brezza marina.

Il terroir nelle Tenute del Cerro

Per Tenute del Cerro, il terroir è l’essenza stessa del vino: ogni tenuta custodisce un equilibrio irripetibile tra suolo, clima e vitigno, che si traduce in vini dal carattere riconoscibile.

A Montepulciano, il terreno di origine ricco di argille e sabbie, unito all’altitudine e alle forti escursioni termiche, esalta la finezza del Prugnolo Gentile, biotipo locale del Sangiovese, da cui nasce il Vino Nobile di Montepulciano DOCG. Un vino elegante, armonioso e longevo, che porta con sé la nobiltà del suo territorio.

Poco più a sud, a Montalcino, i suoli calcarei e la costante ventilazione creano le condizioni ideali per il Sangiovese Grosso, protagonista del Brunello di Montalcino DOCG, un vino intenso, forte e leggermente tannico ma con un equilibrio eccellente. Qui il terroir regala vini profondi, di grande struttura, capaci di evolvere nel tempo e di raccontare contemporaneamente la forza e la grazia di queste colline toscane.

In Umbria, la tenuta di Còlpetrone si trova nel cuore di Montefalco, dove l’argilla e la pietra calcarea, unite al clima continentale e alle notevoli escursioni termiche, danno vita a un terroir severo ma generoso. È qui che il Sagrantino, vitigno autoctono di straordinaria intensità, trova la sua massima espressione nel Montefalco Sagrantino DOCG, un vino che si contraddistingue per il suo colore rosso impenetrabile, le note di frutta rossa matura e cuoio, e un’evidente concentrazione tannica in bocca.

Ogni appezzamento di Tenute del Cerro racconta una storia diversa: quella di una terra e del suo incontro con la mano dell’uomo, in un dialogo costante tra natura e sapere. Il risultato è una collezione di vini che non solo esprimono il loro luogo d’origine, ma ne diventano autentici interpreti.

Còlpetrone

Fondata nel 1995 con la costruzione della Cantina attuale, è una delle più importanti realtà produttive del comprensorio della DOCG di Montefalco.

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